Bolzano Arredo 2016 - una visita guidata di Yayoi Nakanishi




di Yayoi Nakanishi

Esordisco ammettendo che non mi piacciono le visite guidate; nemmeno le audioguide dei musei. Né le fiere in generale riscuotono maggiore successo, ai miei occhi (ma ci vado comunque e tra non molto potrei anche trovarmi a esporre in qualche fiera).

È stata una proposta inaspettata, ma proveniva da Josef travel book di Franzmagazine. Senza pensare ho detto: “ Si, la faccio molto volentieri! Grazie di avermi scelto!” perché le loro iniziative sono sempre molto interessanti e nuove. Mi piacciono le cose che fanno e credo in loro. Poi dopo aver capito meglio il contesto ho pensato: “Caspita! Sono strafelice di far la parte di quest’iniziativa” – 12 professionisti di diversi settori: wedding cordinator, grafici, designer, professionisti dell’ambito museale, ecc. ognuno con l’incarico di creare un tour unico che trasmettesse il proprio punto di vista e passione agganciandosi al mondo dell’arredo.

“The art of craft hunting”

Questo era il titolo del mio tour. Quando parlo della mia professione non può mancare “handicraft – artigianato”. Io vivo in quel mondo anche se non sono artigiana. Poi trovare oggetti speciali fatti da piccoli atelier è come cercare tesori nascosti. Non è facile, ma una volta trovati, diventeranno preziosi. Allora ho scelto 5 stand collegati al mondo dell’artigianato con 5 parole chiave della mia attività. “Passion – passione”, “Long life material – materiali tradizionali”, “Art in everyday life – vivere con l’arte”, “Comunication – comunicazione”, “Anti standard – anzi standardizzazione”.

“Passion – passione” Mi rendo conto dell’importanza della passione. Una grande emozione, la ricerca profonda, la prospettiva per il futuro… sono tutti guidati dalla passione. Senza questa passione le imprese, soprattutto quelle piccole non funzionano.

La prima tappa è stata lo stand di TonHaus di Bolzano. È un negozio di ceramica e porcellana gestito da Christine Mahlknecht. Le sue selezioni dimostrano grande cura. Sono molto dolci e hanno anima. Vendere soltanto un tipo di materiali è una cosa difficilissima al giorno di oggi. Ma avendo la fiducia e la “passione” Christine ha portato avanti questo mondo della ceramica che è poi diventato un negozio di riferimento, in Trentino Alto Adige e non solo.

“Long life material – materiali tradizionali” Questo è fondamentale per le selezioni di WAZARS. WAZARS è più che un negozio, è una proposta, è un’idea di stile di vita. Con poche cose davvero speciali (per una negoziante è una follia proporre “poche cose”, però è quello in cui credo!), curando bene gli oggetti per lungo tempo, vivere con questa piccola felicità attraverso cose belle e originali e speciali di per se stesse. Cerchiamo oggetti senza tempo, materiali che possono durare a lungo cioè non materiali nuovi.

Le plastiche potrebbero migliorare il loro aspetto con il tempo? La gommapiuma riesce a mantenere la forma per sempre? I graffi sulla tavola sintetica fanno davvero tristezza. Invece sulla tavola di legno sono come rughe sul viso. Diventano ricordi. La pelle conciata al vegetale che scurisce col tempo ha un certo fascino. I metalli con l’ossidazione acquistano pure loro un certo fascino.

La seconda tappa è stata Connect Identity. Devo dire che era uno stand davvero attraente. Chi avrebbe detto che si trattava di upcycling? Molto puliti, ma con dettagli davvero interessanti. Mi hanno colpito gli sgabelli di pelle “vissuta”. Avevano un forte carattere e rispetto per i materiali. Anche le sedie e la tavola in metallo avevano una certa importanza.

“Art in everyday life – vivere con l’arte” Dopo che ho iniziato la mia attività, ho notato che maggior parte della gente tiene le cose belle per gli ospiti. Non se le gode e si trascura usando cose insignificanti per il 95% della vita. Se avete bellissimi servizi da tavola, provate a usarli per la colazione della domenica. Il solito caffè, una brioche del panificio più vicino: diventa tutto più buono e più lieto. Ci meritiamo di passare il tempo con qualche piccola ricchezza. Capisco che c’è anche l’ansia di romperli ecc. ma gli oggetti fatti per la tavola sono stati creati per resistere. Questo nuovo approccio cambierebbe anche il nostro modo di trattare le cose. Magari invece di prendere una tazza con sole 3 dite, la teniamo con due mani. Laviamo gli oggetti più delicatamente e accuratamente. Forse riusciamo a vivere con cura e calma, e quindi un poco più felicemente, intensamente, profondamente.

“Lino’s & Co.” è la terza tappa. 
Il loro stand aveva un'atmosfera di caffetteria, di bistrot. Sì, quell'atmosfera che viene dalla loro tipografia. Un peccato che non abbiamo potuto sentire direttamente da loro cosa ne pensavano. Lino's&co è un progetto innovativo che rilancia le tradizioni della tipografia veronese, l’“arte nera” che vanta solide radici già nel Quattrocento, fin dall’adozione della stampa a caratteri mobili, e ha generato realtà artigianali e industriali d’eccellenza. Le tradizioni che incontrano le tecnologie. Ma i loro prodotti sanno di manifattura artigianale.

“Comunication – comunicazioni”.
Già sentito citare da un sacco di gente, ma l’importanza delle comunicazioni non si può ignorare. Senza SNS forse non avrei incontrato Franzmagazine, forse neanche certi artigiani. Scopro tantissime cose de Instagram, Pinterest, Twitter, poi anche un po’ da Facebook. Facebook è uno strumento da conversazioni piuttosto che essere adatto a prendere i spunti. Al nostro temporary store è arrivata tanta gente che ha visto Instagram, Facebook e poi anche da Twitter, che in Italia non è tanto considerato. Io come commerciante cerco i prodotti e le idee, poi comunico per possibili clienti. Idem per gli artigiani. Ho scoperto un sacco di artigiani inglesi attraverso Instagram e Pinterest.

Un architetto/designer/artigiano che ho scoperto recentemente è Ironwoods di Roma grazie alle pubblicazioni su facebook. Mi ha colpito l’immagine un po’ mascolina, un po’ sembra una grafica per abbigliamento, moderna ma anche con un po’ di la natura. Edward Romano è nato in Inghilterra e adesso lavora a Roma. I suoi prodotti sono molto puliti, ma con un tocco molto particolare che trasmette l’impressione di accelerazione, velocità. Devo dire che il stile suo è molto diverso da WAZARS, anche se le filosofie e i concetti sono molto simili. Magari è difficile connettere WAZARS e Ironwoods, ma grazie all’esperienza di condivisione dello spazio a Generi Misti di Rovereto, ci interessiamo sempre di più alle contaminazioni, alla mescolanza di stili diversi. Può creare un effetto inaspettato e molto positivo.

“Anti standard – Anzi standardizzazione” Inconsciamente spesso scegliamo le cose meno rischiose nel confronto con gli altri e i loro giudizi. Il nome della marca, le cose già viste danno una certa garanzia di non essere malgiudicati, di non apparire sotto un certo livello. Se compri i mobili di una certa grande catena svedese ti convinci che la qualità è superiore a quella che realmente è, perché sei contento di risparmiare e di conseguire uno standard di tendenza. Standard che però tende alla media, non certo all’eccellenza e la media può sempre regredire. Viviamo a velocità controllata, con un limitatore auto-imposto che la riduce, invece di lasciarci volare. La piccola azienda sconosciuta è costretta a produrre qualità e innovazione, se vuole restare sul mercato, ma spesso a noi manca il coraggio di fare l’investimento e di credere in noi stessi e in cose che, in teoria, dovrebbero accompagnarci per una parte della nostra vita, ed entrare in profondità nelle nostre esistenze, influenzandole, come è il caso dell’arredo, degli oggetti per la casa. La casa dovrebbe avere personalità, non essere già vista, dovrebbe generare attaccamento, affetto. Meno cose, ma migliori e che non ci costringano ad adattarci a loro.

Anche per la bellezza dei loro prodotti, ho scelto lo stand di gum design per l’ultima tappa. Gli stand di fiera sono molto stand-ardizzati. Invece Gabriele Pardi e Laura Fiaschi hanno scelto di esporre i loro prodotti quasi a livello del pavimento: una moquette grigia con gli espositori trasparenti forse a 20cm di altezza. Per guardare i loro prodotti bisogna piegarsi. Non si può dare una semplice occhiata disattenta. Se scegli di fermarti noti i dettagli. Questa ricerca della valorizzazione è degna di apprezzamento. Hanno portato la collezione “casa della pietra”: oggetti ricavati dal marmo e altre pietre. In combinazione con altri materiali, come metalli, cuoio ecc. Artigiani che non si conoscevano e che sono stati appaiati. È un ottimo ruolo per un designer che può creare un altro tipo di mercato per gli artigiani tradizionali. In Giappone questo tipo di cooperazione tra designer e artigiani tradizionali è in costante crescita e penso che questo movimento di collaborazione guidata si diffonderà anche qui in Italia.

È diventato un testo molto lungo. Ma per me è stata un’esperienza unica. Pensare, confrontarsi, confrontare, ascoltare… Sono molto felice di aver conosciuto questi espositori e gli ospiti che mi hanno seguito. Forse le parole chiavi che mancavano “riflessione”, “credere” erano riservate alla conclusione del tour. Un ringraziamento particolare a Anna Quinz e Kunigunde Weissenegger di Franzmagazine che hanno organizzato questa iniziativa tramite JOSEF travel book.

Per chi desidera scoprire questi stand e gli altri che non ho citato, la fiera “Arredo 2016” sarà aperta anche il 19, 20 marzo.


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